Anche
questo nuovo anno è stato inaugurato da Gma con il consueto appuntamento dell’Epifania
in Compagnia. Ma per parlarne, non ho voglia di cominciare dall’inizio, per
esempio, dalla stanza vuota, quando tutti sono lì in fermentazione per i
preparativi: provare il microfono, appendere i festoni, preparare i tavoli.
Piuttosto inizierò da un momento in particolare. Mentre gli ospiti erano tutti presi
dai giochi che si sono svolti tra un piatto e l’altro, e il maestro Sopoti era
intento a ritrarre il volto di una ragazzina, la piccola e diligente segretaria
Giusy ha pensato di farsi fare anche lei un ritratto per poi colorarlo. Lì per
lì non mi è sembrata una grande idea.
Ho provato a immaginare un disegno così
verosimile alla realtà quasi fosse una fotografia, contornato da qualche
spolverata di colore veloce e imprecisa qua e là. Insomma, immaginata in cinque
secondi, si tratta decisamente di un’opera stravangante da pittore in erba. Ma
a ragionarci un minuto in più, è stato quello che abbiamo combinato assieme
questa sera: cercare di sfuggire alla gravità di una realtà in bianco e nero
per rifugiarci in colori nuovi ancora da svelare, apprezzandone le più
disparate sfumature. E così, tra un gioco e una canzone, ci siamo imbattuti in un
caldo clima familiare che si è tradotto ben presto in una grande festa. Abbiamo
cantato a squarciagola con le signore al karaoke, ci siamo lanciati nelle danze
sfrenate grazie al nostro speciale dj Francesco, abbiamo atteso l’arrivo della
befana che ha portato con sè un pensiero per tutti i bambini presenti. Non per
ultimo, il dubbio che continua ancora a lacerarci è a chi spetta il titolo di più
simpatico tra la signora Tonia e il nostro capo-animatore. Ma c’è da dire anche
che in questo quadro così colorato, alcuni toni di grigio non hanno desistito.
E’ in queste macchie indelebili che abitano le storie vere della gente comune,
quelle che ci fanno capire quanto è vero che il lavoro nobilita l’uomo e la dignità
che esso stesso gli conferisce: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata
sul lavoro”, così recita il primo articolo della nostra Costituzione. A
ciascuno di noi viene conferita la possibilità di scelta che ci permette di
partecipare in prima persona alla vita del nostro Paese e può essere un’opportunità
per un cambiamento che parta dalle nostre teste, considerato che, come diceva
qualcuno, “non è la più forte delle specie che sopravvive, nè la più
intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”. Anche se non sappiamo
esattamente quanto tempo ci vorrà, qui sta il nostro impegno, racchiuso nel
seme che abbiamo piantato nella terra dove vediamo i saccheggi ma non riusciamo
a vedere l’invasione. Tutto parte dal piccolo, c’è bisogno di impegno, amore e
pazienza, nella convinzione che un giorno quel seme potrà dare alla luce
un’esplosione di colori di cui inorgoglirsi. In ultimo ma non per questo meno
importante, ringraziamo il sig. Amedeo Padovano, che ammiriamo per la sua
missione volta costantemente all’ascolto e alla disponibilità verso gli altri,
per averci fatto questo regalo, e cioè tornare a casa con una motivazione in
più per proseguire a testa alta sulla nostra strada.
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