martedì 5 febbraio 2013

Processo Eco Energia Modugno

Costituite le parti civili, tra cui il Comune di Modugno e il Comitato Pro Ambiente Dopo il rinvio del 17 gennaio scorso è proseguito il processo penale relativo alla costruzione dell'inceneritore Eco Energia del Gruppo Marcegaglia che si sarebbe dovuto realizzare a Modugno.
Tale rinvio era stato dovuto al fatto che gli avvocati dei quattro imputati nel processo avevano sollevato eccezioni in merito all'inammissibilità delle parti civili già costituite nel corso dell'udienza preliminare. Le parti civili già legittimate erano i Comuni di Bari e Modugno, i Verdi di Modugno e il Comitato "Pro Ambiente". A queste si era aggiunta la richiesta della Regione Puglia avvenuta nell'udienza del 2 luglio scorso. Il collegio della prima sezione del Tribunale di Bari aveva visionato in questi giorni le memorie presentate dalle parti civili che avevano l'obbligo di presentarle entro il 24 gennaio scorso. E lo stesso collegio, in una udienza fiume, ha ammesso definitivamente tutte e cinque le parti civili, compresa la Regione Puglia. Questa notizia ha reso raggiante il presidente del Comitato "Pro Ambiente" Tino Ferrulli che a margine dell'udienza ha dichiarato come "questa è l'ennesima vittoria della cittadinanza consapevole che determina il principio del coinvolgimento obbligatorio della popolazione a procedimenti autorizzativi relativi ad impianti inquinanti come centrali ed inceneritori. La volontà popolare prevale sulle scelte scellerate ai danni dei territori coinvolti e tale volontà non può essere assolutamente bypassata". Ricordiamo, inoltre, che i quattro imputati sono il progettista e il direttore dei lavori - rispettivamente Carmine Carella di Bari, e Nicola Trentadue, di Modugno - il legale rappresentante di Eco Energia, Antonio Albanese, di Massafra (Taranto) e l'ex dirigente del settore Ecologia della Regione Puglia Luca Limongelli. Carella, Trentadue ed Albanese sono accusati di avere, in concorso tra loro, cominciato i lavori dell'inceneritore senza le autorizzazioni previste (parere vincolante dell'Autorità di Bacino, essendo l'area sottoposta a vincolo idrogeologico, e nulla osta dell'Enac per la distanza dall'aeroporto) e per aver violato il vincolo paesaggistico ed archeologico. Limongelli invece, è accusato di falso ideologico e abuso d'ufficio, per aver rilasciato parere favorevole di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell'impianto, definendo "erroneamente" le ceneri prodotte dalla centrale come rifiuto non pericoloso. Si tornerà in aula già giovedì 7 febbraio per l'apertura del dibattimento.

da www.barisudovest.it

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