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L’istanza, protocollata il 12 aprile scorso, è stata accolta dai consiglieri, indicendo il consiglio monotematico con i seguenti punti all’o.d.g.:
- Il riconoscimento del diritto inalienabile dell’acqua e del servizio idrico come privo di rilevanza economica, incaricando cosi in seduta stante la commissione statuto, al fine di introdurre tale riconoscimento come norma statutaria;
- La promozione di una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza in materia di acqua;
- Adesione della Città di Modugno al Coordinamento Nazionale “Enti Locali per l’Acqua Bene Comune per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”.
Dopo un mese, la richiesta in discorso, recante la data 11 maggio 2010, viene accolta e sottoscritta da ventuno consiglieri: Caporusso, Cecere, Clementini, Colucci, Del Conte, Di Ciaula, Di Cinque, Di Cristo, Di Ronzo, Fanelli, Gatti, Lacalamita, Lomoro, Mele, Nigro, Pascazio Saverio e Giuseppe, Scippa, Valerio, Vasile e Zefilippo.
Il giorno venerdì 18 giugno 2010 viene indetto il Consiglio Comunale sull’acqua.
Lo start si è avuto alle 18.30. In aula erano presenti 21 Consiglieri. Una volta dichiarata la validità della seduta, il Presidente del Consiglio Comunale, la dott.ssa Stella Sanseverino, la sospende, per dare spazio ai promotori dell’iniziativa e ai referenti del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” di interferire sulla questione in discorso.
Subito prende la parola il portavoce dell’Associazione “Giovani Menti Attive”, il sig. Giuseppe De Benedictis, il quale, dopo aver fatto i doverosi ringraziamenti ai consiglieri Lomoro, Di Ciaula, Lacalamita e Pascazio che hanno contribuito alla campagna referendaria, ha incentrato il suo discorso sulla democraticità di quel giorno. Il sig. Giuseppe De Benedictis osserva come si sia toccato il punto più sublime della democrazia a Modugno, perché, da un lato è stata utilizzata la Petizione popolare, strumento di democrazia diretta; dall’altro, grazie ad essa, si è indetto un Consiglio Comunale, emblema della democrazia rappresentativa, avente una tematica voluta dagli stessi cittadini. Il relatore con tanta gioia esclama cosi :“Questa volta, gli elettori non vi dicono fate quello che volete”, delegandovi, ma chiedono di essere ascoltati e rappresentati!. Lo stesso termina il discorso affermando che se Modugno, insieme ad altri cento e cento comuni, riuscisse a deliberare sull’oggetto in itinere, forse si avrebbe veramente quel cambiamento, che tanto si spera che debba partire dal basso, per respirare un futuro migliore.
In seguito, la parola passa all’ ins. Michele Loporcaro e alla dott.ssa Loretta Moramarco , entrambi referenti del Meet-up “Il grillaio” nonché del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”.
L’ins. Michele Loporcaro incentra la prima parte del suo discorso sulla dequalificazione dell’acqua utilizzabile. Questa, infatti, pur essendo poca in proporzione a quella esistente sul globo terrestre, è ancora tanta. L’era del consumismo intacca solo la qualità, e non la quantità dell’acqua, perché, quella uscente dai processi produttivi, non è la stessa di quella entrante. Pertanto quando pensiamo al suo utilizzo non solo dobbiamo riferirci all’uso, idoneo o meno, che ne facciamo in ambito domestico, ma anche all’acqua adoperata, forse malamente, soprattutto per produrre beni che quotidianamente consumiamo. Ad esempio: per 1kg di manzo, occorrono 16000 litri d’acqua; per 1kg di riso 3000 Litri; per 1kg di grano 1350 litri; solo per una tazza di caffè 140 litri. Ci accorgiamo, quindi, che consumiamo e/o utilizziamo più di quanto non sembra. Secondo i dati di “waterfootsprint” in media l’uomo consuma 1200 metri cubi d’acqua all’anno. L’italiano ne spreca il doppio, insieme agli americani. Infine, nei paesi come il Gambia, c’è un impiego di acqua di 1,5 metri cubi a persona.
La seconda parte del suo discorso si basa sul tema inerente “Lo spreco dell’acqua mentre beviamo”. Ha evidenziato come noi affermiamo il diritto all’acqua, considerandola comunque merce, perché, siamo soliti comprare acqua in bottiglia. Ma tutto questo come è avvenuto? Ci avranno forse inculcato l’idea che l’acqua in bottiglia è più potabile rispetto a quella del rubinetto e della fontana? C’è forse qualcuno dietro tutto ciò? Probabilmente, le fautrici di questo commercio sono le due grandi Multinazionali della privatizzazione dei servizi idrici, come la Veolia e la Suez, che favoriscono anche la costruzioni di inceneritori, per bruciare le bottiglie da loro prodotte. Dal 1995 sono aumentati i consumi dell’acqua in bottiglia proporzionalmente ai finanziamenti , tali da rendere l’Italia il secondo Paese al mondo consumatore dell’acqua in bottiglia, preceduti solo dall’Arabia Saudita. In aggiunta a ciò, è doveroso dire che questo business non è determinato dalla non potabilità dell’acqua di rubinetto, di cui l’Italia è uno dei pochi Paesi che ne gode il primato.
Prende la parole la dott.ssa Loretta Moramarco. Basa il suo discorso sulle mistificazioni costruite intorno alla privatizzazione. In primis si afferma che l’ Unione Europea ha obbligato la privatizzazione dell’acqua. Se ciò fosse vero, la Francia sarebbe stata sanzionata dalla stessa, dato che Parigi, dopo vent’anni di privatizzazione, è ritornata alla pubblicizzazione del servizio idrico, nonostante si fosse dichiarato che con la privatizzazione sarebbero aumentati gli investimenti nei servizi idrici. Si deduce che l’UE l’ha solo consentito. Ha, inoltre, evidenziato che la privatizzazione comporterà solo un abbassamento dei costi, dato che ci sarà libera concorrenza. Ma questo come potrebbe accadere, se gli impianti saranno sempre gli stessi? Potrà solo verificarsi una gestione privata di natura quasi monopolistica. Si sottolinea che con i privati, diminuiranno gli sprechi e le tariffe dell’acqua. Una società per operazioni potrebbe realizzare un interesse comune per trarne profitto. Per tutte queste montature, il Forum Nazionale dell’acqua si sta impegnando a raccogliere firme, affinchè si possa indire il referendum per abolire la privatizzazione voluta dal Decreto Ronchi (per il quale è stata richiesta la questione di fiducia per l’approvazione), nonché della Legge Galli del lontano 1994, per aprire la strada per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Da quanto si è detto, si osserva come la cittadinanza attiva abbia mosso tutti gli strumenti di democrazia diretta. A livello locale si fa uso della petizione popolare, nonché dell’iniziativa di delibera popolare (si pensi a ciò che è accaduto a Torino). A livello nazionale ci si sta incamminando sulla via referendaria, senza dimenticarsi della legge d’iniziativa popolare (tutt’oggi ancora giacente nei cassetti del Parlamento) per la quale tre anni fa sono state raccolte ben 400.000 firme.
La sospensione si conclude con il discorso di Gaetano Ragone, vice Presidente dell’associazione “Giovani Menti Attive”. Tutto emozionato, il sig. Ragone ha posto l’accento sulla rilevanza del momento. Mettendo da parte i contrasti, le discrepanze avute in passato anche con la stessa amministrazione comunale, si è soffermato sul fatto che per il tema acqua, la stessa si è mostrata molto sensibile e disponibile. Inoltre ha sottolineato la necessaria competenza per amministrare una città. infatti già per tale problematica, possiamo osservare quante sfaccettature ci siano da tener in considerazione.
Ripreso il Consiglio Comunale, dopo un botta e risposta tra il Consigliere del Pdl, Pino Mele, e i Consiglieri del Pd, Scippa e Di Ciaula, sulla facoltà o l’imposizione che il Decreto Ronchi dà ai privati di possedere almeno il 40% delle azioni di una società gestore di un servizio idrico, il dibattito si è aperto a delle proposte fatte da altri consiglieri. Il Consigliere Vasile ha lanciato l’idea di utilizzare in qualche modo, l’acqua giacente presso la Cementeria. Lo stesso Pino Mele, nel suo discorso, ha rivalutato l’idea di dar vita al vecchio Cisternone, nel quale far confluire le acque meteoriche da utilizzare nel campo agricolo. Scippa ha dato l’input di costruire dei pozzi artesiani al cimitero, cosi da non sprecare acqua potabile per usi cimiteriali. Il consigliere Di Cristo ha avanzato l’idea di lavar le strade con acqua già usata per altri fini. E infine il consigliere Clementini ha concluso questo spazio di discussione esclamando i grandi numeri che si stanno avendo nella campagna referendaria con la raccolta delle firme. La Puglia ad oggi, ha raccolto quasi 100000 firme!!
Alla fine, il Presidente del Consiglio ha condotto i consiglieri alla delibera. IL CONSIGLIO COMUNALE, ALL’UNANIMITA’, HA statuito IL RICONOSCIMENTO DEL DIRITTO INALIENABILE DELL’ACQUA E IL SERVIZIO IDRICO COME PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA. Un risultato straordinario!! L’associazione “Giovani Menti Attive”, insieme al comitato cittadino “Pro-Ambiente”, vigileranno affinché al più presto, nei termini previsti della legge, tale riconoscimento divenga norma statutaria.
RIVENDICHIAMO I NOSTRI DIRITTI. RISPETTIAMO I NOSTRI DOVERI.
Tommaso Trevisi
Giovani Menti Attive
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