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Come la goccia scava la pietra, così la volontà dei cittadini ha fatto in modo che un diritto come l’acqua – umano, universale, inalienabile – fosse riconosciuto nella sua rilevanza.
E’ stata un’azione lenta ma efficace non solo affinché l’acqua fosse riconosciuta in quanto diritto indissolubile, ma soprattutto per garantire il suo status di bene pubblico. Per quanto possano apparire scontati, in realtà tali concetti sono stati messi in discussione dal decreto-legge del Ministro delle Politiche Europee Ronchi.
In particolare, l’art. 15 del decreto-legge ha previsto la privatizzazione dei servizi idrici pubblici locali.
L’azione oppositiva nei confronti di tale ingiustizia è stata sostenuta con impegno ed efficacia dall’associazione di Modugno “Giovani Menti Attive”, attraverso una raccolta firme svoltasi dal 10 gennaio al 21 marzo 2010 per indire una vera e propria petizione popolare a livello locale.
Le 1922 firme apposte con consapevolezza e buona volontà dai cittadini modugnesi hanno suggellato la richiesta del riconoscimento, nel proprio Statuto Comunale, dell’acqua come diritto e del servizio idrico integrato come servizio pubblico locale, privo di rilevanza economica: si tratta infatti di un servizio essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umane a tutti i cittadini. Pertanto, la sua gestione deve essere attuata attraverso e secondo art. 31 e 114 del d.lgs. n.267/2000.
Alta è stata l’attenzione e partecipazione della cittadinanza su tale questione: la raccolta firme ha portato il Consiglio Comunale di Modugno a deliberare, in data 18 giugno 2010, un atto di indirizzo emanato successivamente alla commissione statuto con i punti sopra citati.
Ma l’associazione giovanile GMA non si è accontentata di questo primo riconoscimento: per evitare che lo sforzo profuso finisse per arenarsi in qualche lungaggine burocratica, ha chiesto esplicitamente che si tenesse un Consiglio Comunale monotematico su tali questioni.
Grazie a questo atto di forza, il 28 febbraio 2010, su richiesta di ben 27 Consiglieri Comunali, il Consiglio Comunale con il voto degli stessi Consiglieri promotori dell’adunanza ha deliberato come norma statutaria sia il riconoscimento dell’acqua come diritto che il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
Tale risultato ottenuto dimostra che “Gutta cavat lapidem”: la goccia scava la pietra. Ogni singola firma della petizione ha consentito, alla fine, di raggiungere lo scopo.
Adriana Ranieri
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