Il compito assegnato era quello di ripulire il parco da cartacce e sporcizia. Un compito che, per quanto possa sembrare semplice, in realtà porta con sè un carico di speranza, collaborazione e senso civico.
Nel raccogliere carte, lattine, buste e cicche di sigarette, noi ragazzi abbiamo di certo ritrovato un contatto che un po’ ci mancava: quello con la natura. Un contatto che ci ha reso per quelle poche ore più sereni e più felici.Gli alberi e la natura tutta, ci hanno dato modo di riflettere, di essere più sereni e di pensare con meno ossessione al nostro futuro e forse di cercare nella natura stessa una via d’uscita.
Ovviamente questa raccolta ha dato modo di pensare anche ad un minore menefreghismo e leggerezza nel sbarazzarsi di qualsiasi rifiuto. Trovare tutto pulito perché qualcuno è passato dopo di noi a raccogliere i nostri rifiuti è troppo semplice; se invece siamo noi stessi a raccoglierli la situazione cambia: ci pensiamo due volte a gettare per terra una carta, una cicca, se dobbiamo essere noi stessi a raccoglierla poco dopo.
Questo esempio vale per le piccole cose, ma se lo ingrandiamo la differenza è poca.Probabilmente le istituzioni più che puntare solo alla repressione con multe e condanne, dovrebbero maggiormente puntare sulla responsabilizzazione dei cittadini. La collaborazione con il parroco ha sicuramente dato modo di rafforzare le conoscenze e aumentare la collaborazione tra associazioni.
Forse proprio le associazioni di cittadini possono cercare di puntare ad un risveglio delle coscienze. Più si rafforzeranno queste collaborazioni e più la cittadinanza risulterà attiva e non accetterà più passivamente tutto ciò che “arriva dall’alto”.
Nicola Ferrante
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