MODUGNO - Di nuovo segnali di fumo dalla centrale turbogas «Sorgenia» di via dei Gladioli, nella zona Asi di Modugno. Fumo giallo, avvistato ancora una volta, dai camini dell’impianto che produce energia elettrica a mezzo del ciclo combinato acqua e gas metano. Nuvole che si sono impadronite dei quartieri periferici di Piscina dei Preti e Porto Torres, avvistate pure in centro. Il fenomeno è durato alcune ore. Come è stato più volte spiegato dai responsabili dell’impianto industriale, il fumo rientra nella routine del processo e riguarda principalmente la fase di accensione, quella denominata tecnicamente lo «start up».
Un fenomeno che, a dispetto del fumo giallo che produce, non immette in atmosfera sostanze nocive, secondo quanto asserito in da «Sorgenia», perché proprio durante la fase di avvio, l’impianto agisce sotto i minimi tecnici.
Ma gli ambientalisti non credono alla versione di parte. Il comitato Pro Ambiente, d’altra parte, punta l’indice su un altro aspetto: «Come si evince dall’ac - cordo tra Sorgenia ed Arpa Puglia circa le fasi di avviamento e di arresto della centrale – dice il presidente del Pro Ambiente, Tino Ferrulli – le fasi di avvio e di fermata non programmate devono essere comunicate alle Autorità di controllo. Quale sia il ruolo del Comune in questo contesto – aggiunge Ferrulli – non si sa in quanto nonostante a conoscenza del report, dovrebbe attivarsi per richiedere controlli orari e non giornalieri, onde verificare eventuali difformità. Il Comune ha la facoltà di verificare l’applicazione di tutte le ottemperanze. Viene fatto?».
Bisogna fare chiarezza soprattutto sull’impatto che il fenomeno del fumo giallo ha nell’ambiente e le eventuali ricadute sulla salute pubblica: «Il problema dell’inquinamento atmosferico delle centrali turbogas si pone in relazione alla presenza di ossidi di azoto alle emissioni – speci - ficano al Pro Ambiente – la specie prevalente alle emissioni è costituita da monossido di azoto, specie questa non classificata come inquinante. Successivamente al processo di emissione, reazioni chimiche che avvengono in atmosfera, trasformano il monossido di azoto in biossido di azoto che invece è una specie tossica. A sua volta – spiegano gli ambientalisti – il biossido si trasforma in acido nitrico che infine si trasforma in particolato».
Questo è il ciclo. Ma la gente comune, la cittadinanza attiva come può essere informata di quanto accade a qualche chilometro da casa, a parte i fumi di color giallo? «Tra l’altro il display posizionato in piazza Plebiscito costato circa 250mila euro – ha concluso Tino Ferrulli – ed acquistato per fornire informazioni sulla qualità dell’aria è utilizzato per altri scopi e i dati che scorrono sono praticamente incomprensibili per i cittadini».
da www.lagazzettadelmezzogiorno.it
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