sabato 19 gennaio 2013

Un Ritratto nella Calza


Anche questo nuovo anno è stato inaugurato da Gma con il consueto appuntamento dell’Epifania in Compagnia. Ma per parlarne, non ho voglia di cominciare dall’inizio, per esempio, dalla stanza vuota, quando tutti sono lì in fermentazione per i preparativi: provare il microfono, appendere i festoni, preparare i tavoli. Piuttosto inizierò da un momento in particolare. Mentre gli ospiti erano tutti presi dai giochi che si sono svolti tra un piatto e l’altro, e il maestro Sopoti era intento a ritrarre il volto di una ragazzina, la piccola e diligente segretaria Giusy ha pensato di farsi fare anche lei un ritratto per poi colorarlo. Lì per lì non mi è sembrata una grande idea.
Ho provato a immaginare un disegno così verosimile alla realtà quasi fosse una fotografia, contornato da qualche spolverata di colore veloce e imprecisa qua e là. Insomma, immaginata in cinque secondi, si tratta decisamente di un’opera stravangante da pittore in erba. Ma a ragionarci un minuto in più, è stato quello che abbiamo combinato assieme questa sera: cercare di sfuggire alla gravità di una realtà in bianco e nero per rifugiarci in colori nuovi ancora da svelare, apprezzandone le più disparate sfumature. E così, tra un gioco e una canzone, ci siamo imbattuti in un caldo clima familiare che si è tradotto ben presto in una grande festa. Abbiamo cantato a squarciagola con le signore al karaoke, ci siamo lanciati nelle danze sfrenate grazie al nostro speciale dj Francesco, abbiamo atteso l’arrivo della befana che ha portato con sè un pensiero per tutti i bambini presenti. Non per ultimo, il dubbio che continua ancora a lacerarci è a chi spetta il titolo di più simpatico tra la signora Tonia e il nostro capo-animatore. Ma c’è da dire anche che in questo quadro così colorato, alcuni toni di grigio non hanno desistito. E’ in queste macchie indelebili che abitano le storie vere della gente comune, quelle che ci fanno capire quanto è vero che il lavoro nobilita l’uomo e la dignità che esso stesso gli conferisce: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, così recita il primo articolo della nostra Costituzione. A ciascuno di noi viene conferita la possibilità di scelta che ci permette di partecipare in prima persona alla vita del nostro Paese e può essere un’opportunità per un cambiamento che parta dalle nostre teste, considerato che, come diceva qualcuno, “non è la più forte delle specie che sopravvive, nè la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”. Anche se non sappiamo esattamente quanto tempo ci vorrà, qui sta il nostro impegno, racchiuso nel seme che abbiamo piantato nella terra dove vediamo i saccheggi ma non riusciamo a vedere l’invasione. Tutto parte dal piccolo, c’è bisogno di impegno, amore e pazienza, nella convinzione che un giorno quel seme potrà dare alla luce un’esplosione di colori di cui inorgoglirsi. In ultimo ma non per questo meno importante, ringraziamo il sig. Amedeo Padovano, che ammiriamo per la sua missione volta costantemente all’ascolto e alla disponibilità verso gli altri, per averci fatto questo regalo, e cioè tornare a casa con una motivazione in più per proseguire a testa alta sulla nostra strada.

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