sabato 16 maggio 2009

DANTE E LA DONNA. LA CONDIZIONE FEMMINILE NELLA SOCIETA’ ODIERNA

Nonostante siamo giunti già da tempo nel terzo millennio, nonostante si sia dichiarata ormai da tempo la parità tra i due sessi, tutelata quindi anche dalla nostra costituzione, oggigiorno siamo ancora a conoscenza di violenze commesse nei confronti della donna. Fortunatamente in questi ultimi mesi, e precisamente col decreto legge n. 11/09 si è bandito il reato di stalking. Ma forse non basta. Che cosa ancora serve affinché tale parità non sia soltanto formale? È indubbio oramai che la donna sia  uscita dal gineceo greco, ovvero che non sia segregata tra le mura di casa,  che non sia legata solo alle attività domestiche.
È anche vero che alcune donne sono e rimarranno famose per grandi opere da loro raggiunte. Si pensi a tal proposito a Rita Levi Montalcini, vincitrice del premio Nobel per la medicina.
Ma noi dobbiamo porci alcune domande: oggi come consideriamo la donna, solo oggetto di piacere o qualcosa di più? Ovvero è necessaria una sempre e di più costante rivalutazione della donna nella nostra società?
Rispondendo alla prima parte del quesito, dobbiamo domandarci: perché si sta cristallizzando tale convinzione, soprattutto nel genere maschile? Forse non è giunto il momento di incominciare a bandire o perlomeno a ridurre tutti quei programmi mediatici che altro non fanno che indurre le nostre donne a dover per forza apparire per contare nella società? Non pensiamo che un tal radicamento è la causa di tutte quelle violenze, stupri, fenomeni di  assoggettamenti che donne, che possano essere nostre ragazze, mogli, madri, subiscono quotidianamente, nonostante alcune volte, ahimè, la stampa nazionale non lo metta in luce?
Secondo dati Istat, in un’indagine che mostra donne tra 16 e 70 anni, che hanno subito violenze o stupri, gli indici del 2006 evidenziano a chiari lettere che più del 90% dei casi, non ha denunciato l’illecito.
Le stesse tavole indicano che nella maggior parte dei casi, le violenze vengono commesse entro le mura di casa. Il tasso è superiore al 60%. Chi sono i barbari? Noi o gli extracomunitari?
Un altro punto su cui, soprattutto l’Italia deve battersi molto: è la rivalutazione della donna nella società.
È mai possibile che il nostro paese, in termini di occupazione femminile, secondo dati Istat, sia al ventiquattresimo posto, nell’Europa dei 27? Oggi il tasso si aggira intorno al 40%, l’obiettivo fissato dall’ Unione Europea è di raggiungere entro il 2010 il 60%, ci riusciremo?
E non è ancora più assurdo che, secondo dati Istat 2006, le nostre parlamentari europee siano talmente poche da far scivolare in classifica l’Italia al 24° posto, preceduta da nazioni come la Repubblica Ceca, Lettonia e Bulgaria? Incredibile, ma vero!!
Nel parlamento nazionale la situazione va leggermente meglio. Sempre secondo dati Istat 2006  rispetto ai membri assembleari, il numero delle deputate è pari al 21%, mentre le senatrici rappresentano il 18% dell’assemblea, ponendoci sempre in una condizione minoritaria, rispetto a paesi come Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi.
Perché avviene tutto ciò se si è constatato, nota dolente per il genere che rappresento, che le donne possano fare molto di più di quanto si pensi rispetto agli uomini, dal momento che si è studiato statisticamente che in moltissime professioni, tipo magistratura, avvocatura, la donna non solo arriva in età più giovane, ma rende anche di più? Ahimè c’è chi addirittura sostiene,  che la crisi che stiamo vivendo la si sarebbe potuta persino evitare se nelle stanze dei bottoni della finanza mondiale ci fossero state delle donne meno propense al rischio, agli investimenti pericolosi e più rigide rispetto a noi maschietti.

Tommaso Trevisi

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