giovedì 24 giugno 2010

Petizione Popolare per dire NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA

Giovedi 19 novembre 2009 è stato approvato dalla Camera l’art.15 del decreto legge 135/09, il cosidetto Decreto Ronchi, convertito in legge il 24
novembre,attraverso il quale si privatizza in maniera totale, a decorrere dal
2011, l’universale bene comune dell’acqua. Questo scempio di disumana entità provocherà gravissimi danni sia da un punto di vista economico che prettamente etico-morale. L’ACQUA infatti, come sancito dall’art.2 della costituzione, rientra in quei diritti inalienabili dell’uomo sanciti dallo giusnaturalismo, ossia dal diritto naturale dell’uomo. Insieme all’acqua fra i diriti inalienabili dell’uomo vi sono la vita, la libertà e la proprietà privata. Senza  questi fondamentali riconosimenti l’uomo e gli Stati non potrebbero esistere.
Ed il governo con questa legge sulla privatizzazione del nostro primario bene(l’uomo è infatti costituito dal 90% di acqua) vorrebbe dare in mano ad esterni un bene che non ha prezzo e NON DOVRA’ MAI AVERE PREZZO. Ed è per questo che il 20 ottobre del 2009 la Regione Puglia,
attraverso il suo assessore alle opere pubbliche Amati, ha emanato una delibera di giunta che si scontra in maniera netta e inequivocabile con la ormai divenuta legge Ronchi. In questa delibera si evince come la Regione Puglia consideri l’acqua come diritto inalienabile dell’uomo e ne sancisca la privatizzazione come anticostituzionale.
Prevede che l’acquedotto pugliese s.p.a. diventi pubblico e demanda all’avvocatura regionale di impugnare dinanzi alla corte costituzionale la legge sulla privatizzazione dell’acqua. Infine la delibera di giunta si impegna a trasformare tutti questi propositi in un disegno di legge entro il 31 dicembre
del 2009 e propone di organizzare in Puglia una conferenza internazionale attraverso l’alto patronato dell’O.N.U. per la formalizazione del diritto universale all’acqua per tutti i cittadini. Tuttavia a scanso di equivoci bisogna ricordare che nel 2002 Il comune di Aprilia venne privatizzato(51% pubblico e il 49% privato) alla multinazionale Veolia. Questo comportò gravi danni economici per le famiglie. Basti pensare che a titolo d’esempio una famiglia che consumava 190 metri cubi d’acqua all’anno pagava 122,17 euro quando l’acqua era un bene pubblico e arrivò a pagare 205, s6 euro nel 2005. Ora paga 252,52 euro con un aumento del 110,8 %. L’amministratore delegato di Acqualatina detentrice del pacchetto azionario di Veolia fu arrestato per danni ambientali derivanti dal depuratore di Aprilia. UNO SCANDALO!!!. Ed è per questo che bisogna ripartire dai comuni per far sentire ai nostri governanti che L’ACQUA E’ UN DIRITTO DI TUTTI. A tal riguardo nelle domeniche del 10, 17 e 24 gennaio l’associazione culturale Giovani Menti Attive congiuntamente al Comitato Proambiente di Modugno ha deciso che effettuerà una petizione che chiederà all’intero consiglio comunale di votare ai 2/3 della maggioranza la dicitura di ACQUA BENE COMUNE da inserire nello statuto comunale. In quei giorni le firme verranno raccolte dinanzi alle varie parrocchie di Modugno e nel gazebo in
piazza sedile. Fiduciosi in un grandioso riscontro si prega la massima partecipazione della cittadinanza CONSAPEVOLE affinchè si possa continuare quella meravigliosa battaglia per i nostri sacrosanti diritti che alcuni furfanti travestiti da parlamentari o da amministratori vorrebbero toglierci.
VIVA L’ACQUA. VIVA L’AMBIENTE. VIVA LA LIBERTA’. VIVA LA GENTE ONESTA CHE NON SI ARRENDERA’ MAI.

Gaetano Ragone

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